IL DISCORSO DI EMILIANO ABRAMO ALL’ASSEMBLEA DI APERTURA DI #TREGIORNISENZAFRONTIERE

8 Agosto 2017

Pubblicato da: Redazione
  Oggi 8 Agosto, in un’aula magna di scienze politiche piena e colorata si è tenuta l’assemblea d’apertura della quarta edizione di #tregiornisenzafrontiere promossa dalla Comunità di Sant’Egidio che avrà luogo dal 9 all’11 Agosto. Giochi, divertimento, integrazione e memoria per una tre giorni straordinaria, con oltre 600 migranti e centinaia di italiani che vogliono […]

 

Oggi 8 Agosto, in un’aula magna di scienze politiche piena e colorata si è tenuta l’assemblea d’apertura della quarta edizione di #tregiornisenzafrontiere promossa dalla Comunità di Sant’Egidio che avrà luogo dal 9 all’11 Agosto.

Giochi, divertimento, integrazione e memoria per una tre giorni straordinaria, con oltre 600 migranti e centinaia di italiani che vogliono costruire la società del convivere. A presentare l’evento Sebastian Intelisano della Comunità di Sant’Egidio che ha ricordato che “tre giorni senza frontiere” è una storia di amore di chi ha incontrato i migranti sin dal 2013, durante il tragico sbarco del 10 Agosto, e si è innamorato di quelle vite arrivate, o spezzate dal mare, costruendo famiglia e comunità.

Ad offrire la propria testimonianza oggi,  il Vice Sindaco di Catania, Marco Consoli, che ha ribadito come il tratto umano e accogliente della città sia frutto del lavoro e della passione di tanti che non hanno smesso di accogliere; il commissario prefettizio del Cara di Mineo, Giuseppe Caruso, Dario Monteforte, proprietario del Lido Verde, che proprio il 10 Agosto 2013 chiuse lo stabilimento balneare in segno di lutto; Il Contrammiraglio Nunzio Martello, che ha mostrato un commovente video riguardante le operazioni di salvataggio nel Mediterraneo e che ha parlato del carattere umanitario del lavoro della Guardia Costiera. Il presidente della Comunità Islamica di Sicilia Kheit Abdelhafid ha parlato dell’accoglienza come dialogo tra le religioni, incontro e cultura. A chiudere l’evento Emiliano Abramo che ha fatto un discorso bellissimo a difesa di chi salva le vite in mare:  “Non brutalizziamo anche noi gli uomini del mare, specialmente i soccorritori che stanno in mare. Il loro lavoro assomiglia tanto a quello di un bambino che prova a svuotare il mare con un bicchiere. Per i grandi è un illusione, per i bambini è un impegno. Io sto con gli illusi, perché ho visto che con il loro bicchiere hanno svuotato il Mediterraneo dalla paura di morire di tanti e poi un bambino non avrebbe mai detto di un uomo incontrato a mare “carne umana”, ma ci avrebbe giocato, come ci apprestiamo a fare noi in questi giorni”.

Domani l’appuntamento è alle 10 al lido Azzurro, per regalare ancora a questa città il sogno di restare umana.

IL DISCORSO COMPLETO DI EMILIANO ABRAMO

Cari amici ci ritroviamo alla 4 edizione de “Tre Giorni Senza Frontiere”, la più grande tre giorni di giochi, divertimento e integrazione del Mediterraneo.

Già il Mediterraneo, quel mare simili ad un lago che raccoglie e traghetta le speranze di donne ed uomini provando in tanti modi a salvarli tutti ovvero consegnando loro alla terra ferma o alle navi dei soccorritori e, per questo, ringrazio sempre il lavoro della Guardia Costiera ed il mio amico  Nunzio Martello. Siamo orgogliosi del vostro lavoro e la nostra tre giorni non si stancherà mai di dirlo!

Dire grazie alla Guardia Costiera, atto che può sembrare formale o routinario, può oggi sembrare una provocazione.

Provo sofferenza difronte al chiacchiericcio ad alcune dichiarazioni fatte da noti esponenti del parlamento italiano che hanno attaccato la Guardia Costiera italiana, definendola complice di chi carica merce umana.

Non cadiamo del tranello di chi gioca con le parole. La merce non è umana, la Guardia Costiera salva la vita da chi li ha brutalizzati fino al punto da provare a trasformare donne ed uomini in merce umana e a noi, gente che vive sulla terra ferma, vengono consegnati dai soccorritori uomini veri, quelli che con felicità vogliamo integrare consapevoli che il loro destino è comune al nostro. E’ il destino degli uomini del Mediterraneo che dal mare guardano la terra e ringraziano Dio, perché è una terra bellissima!

Non brutalizziamo anche noi gli uomini del mare, specialmente i soccorritori che stanno in mare. Il loro lavoro assomiglia tanto a quello di un bambino che prova a svuotare il mare con un bicchiere. Per i grandi è un illusione, per i bambini è un impegno.

Io sto con gli illusi, perché ho visto che con il loro bicchiere hanno svuotato il Mediterraneo dalla paura di morire di tanti e poi un bambino non avrebbe mai detto di un uomo incontrato a mare “carne umana”, ma ci avrebbe giocato, come ci apprestiamo a fare noi in questi giorni.

Vorrei fare una rapida battuta anche sul mondo delle ONG, alle quali bisogna dire grazie perché spesso fanno il lavoro che gli Stati membri non fanno e, con esse, ringrazio tutto il mondo delle organizzazioni umanitarie. Siete preziose per noi e per il Mediterraneo. Certo, sembra quasi una provocazione visto i recenti casi che hanno visto la nave Iuventa e la nave della ONG tedesca Jugen Rettet sollevare forti perplessità tra le autorità. Lasciamo che sia la magistratura a fare chiarezza, ma evitiamo che, anche se fossero accertate le responsabilità emerse, questo guasti un mondo sano ed impegnato.

Insomma io credo che a noi qui convocati spetti di cambiare un clima che inizia a diventare asfissiante, che altera la realtà, che addirittura nei codici di condotta sembra voler superare il Diritto Internazionale che, ricordo, obbliga la nave più vicina a dare soccorso. Un clima che in Italia non ha permesso di approvare la legge sullo ius soli, nonostante il lavoro dei governi precedenti che parlavano saggiamente di ius culturae, Italia che in tal modo infligge un’altra sofferenza a suoi figli nati e cresciuti in questo Paese e che vogliono riconosciuto l’orgoglio di sentirsi chiamare ITALIANI!

Il mio non è un giudizio, è un allarme per i tanti che si apprestano a vivere la tre giorni: siamo noi la forza che può dare equilibrio al nostro Paese!

Cari amici la sfida dell’accoglienza passa dal salvataggio in mare, dalla nostra preghiera, dal modo in cui accogliamo, dal modo in cui ci vogliamo bene, dal modo in cui dialoghiamo,  dal modo in cui raccontiamo ciò che facciamo. Ecco perché non dobbiamo cadere nel tranello della ricerca del nemico che, in modo cieco e gravemente falso, ci ha fatto apparire un uomo in mare o che fugge dalla guerra un nemico, le organizzazioni umanitarie, la Guardia Costiera, le Prefetture come nemici da accusare, magari per rincorrere voti ovvero poltrone.

In mare o nei quartieri popolari le poltrone non ci sono. E nemmeno in spiaggia, dove anche noi, prendendo ad esempio chi già lo fa, staremo sempre con il nostro bicchiere a svuotare il mare dalla morte e dalla paura, con la presunzione e la determinazione di chi ci vuole riuscire. Vedrete, noi ci riusciremo!

Buona tre giorni senza frontiere, godetevela e raccontatela a tutti!

 

 

Catania, 8 agosto 2017                                                                          Emiliano Abramo